«Che figata essere Berlusconi! Che esperienza piacevole di cui non smetterei mai di godere! Popolo, eccomi, sono il tuo re! Lo testimonia l’enorme accumulo di ricchezze, di potere e di figa che mi contraddistingue. Sono proprio io, popolo! Non credi ai tuoi occhi, vero? Applaudimi spontaneamente! Insomma, come si fa a non adorarmi? Se non fossi Berlusconi penso che mi adorerei anche io. Niente di personale gente ma io sono migliore di voi. E tuttavia io, Berlusconi (è il mio nome) vi voglio bene anche se non ve lo meritate e ho pietà delle vostre misere testoline, per cui intercederò presso gli Dèi miei pari. Cosa desiderate? Cosa vi può aiutare a sopportare la vostra inutile esistenza quotidiana priva del lusso minimamente accettabile e del fulgore della divinità? Volete che invada uno stato confinante e instauri un’ideologia utile a mascherare la sua spoliazione a beneficio degli interessi delle classi dominanti? Volete che faccia piovere per sei mesi? Volete che proclami sospesa fino a nuovo ordine la decadenza corporale in cambio del versamento di un congruo obolo? Lo posso fare, la base scientifica e le mie amicizie lo consentono! Miei sudditi, o voi inferiori in quanto non proprietari come il sottoscritto di sontuose ville in luoghi ameni del pianeta dotate di tutti i comfort e di stuoli di servitori di ogni tipo pronti a soddisfare qualsiasi desiderio e brama, io, Berlusconi (è sempre il mio nome) vi dico di alzarvi! Alzatevi dunque! E unitevi a me nell’adorazione del sottoscritto! E nel legittimo perseguimento di tutti i vostri desideri più nascosti e lubrichi! Purché essi non contraddicano i miei! Ditelo tutti insieme! Che figata essere Berlusconi!».
